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De Simone, Carraro: «Il rigore storico e la fantasia. Nelle sue favole non mentiva»

di Aniello Palumbo
De Simone, Carraro: «Il rigore storico e la fantasia. Nelle sue favole non mentiva»

“È stato un fenomeno unico. Era un musicofilo, un amico della musica: lui esternava questa voglia, questa gioia in tutti gli atti della sua vita. Un amore dettato da un carattere particolare: dell’uomo che era molto rigoroso. Non si poteva dire “forse”, ma bisognava appurare tutto ciò che gli si comunicava». A ricordare Roberto De Simone è il regista teatrale e attore salernitano Andrea Carraro che, giovanissimo, all’età di 24 anni, lo ha conosciuto. «Grazie a lui – dice – ho scoperto un mondo che non conoscevo. Mi ha insegnato cos’è l’improvvisazione, che non significa far partire le cose da zero, ma farle partire da un grado minimo di conoscenza. Non si può essere soltanto figli della fantasia, non basta amare le cose, ma bisogna amarle avendole anche approfondite e conosciute».

De Simone ha insegnato Storia del teatro all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Era un docente prezioso e carismatico: capivi subito che valeva la pena ascoltarlo. Utilizzava un metodo che era basato sul rigore scientifico, anche se poi era un uomo che aveva una straordinaria fantasia. L’unione tra il rigore scientifico e la fantasia dell’artista ha fatto sì che nascesse un fenomeno nuovo, unico.

Nel 1976 va in scena “La Gatta Cenerentola”…

In quel periodo la musica, anche quella leggera, era stata completamente riscritta dal mondo anglosassone che attingeva a fatti di strada che potevano essere anche non verificabili. Arriva De Simone e ti spiega che tutto doveva essere verificato in modo rigoroso, senza però escludere la fantasia. Nasce così quel capolavoro incredibile che è “La gatta Cenerentola” che è una favola tutta basata su fatti scientificamente provati. Senza storia, non si può produrre fantasia.

De Simone è stato il padre di tanti artisti…

“Il concetto di “Musicanova” di Eugenio Bennato si rifaceva agli insegnamenti di De Simone. Lo stesso Carlo D’Angiò che era una persona straordinaria, si è formato con De Simone. Il debito che ha la società napoletana nei confronti di De Simone è enorme: gli deve moltissimo.

Anche lei è stato a casa del Maestro…

Viveva in un disordine incredibile, che però controllava perfettamente. Stare a contatto con lui ti arricchiva. Se però ti permettevi di proporgli una fandonia, reagiva con una violenza inaudita, anche fisica: aborriva la menzogna. Si arrabbiava molto davanti alla disonestà di qualche artista. Questa era la sua bravura: anche quando ha scritto favole, non ha mai mentito. De Simone era figlio della fantasia, ma in modo assolutamente vero.

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