«In campo scendono i giocatori e non i presidenti o gli allenatori che, in realtà, possono suggerire ma non fare gol nella porta avversaria. Vale ovunque e, quindi, anche per la Salernitana che in questo momento è ultima in serie A».
A Salerno per partecipare al Festival del Calcio Italiano organizzato da Donato Alfani, Serse Cosmi, allenatore scafato e che di imprese in ogni categoria calcistica ne ha realizzate diverse, non le manda a dire. «Salerno è uno di quei luoghi in cui il calcio ha valore ed è identità. Significa che c’è passione reale e voglia di sostenere la propria squadra non a chiacchiere. Io credo che questo possa ancora aiutare la squadra. In casa e fuori può fare la differenza. Quel che conta è, però, quanto recepiscono i giocatori e come di conseguenza agiscano. Nel calcio se vuoi essere speciale devi essere normale. Io dicevo a fine partita, se giocavamo male, che meritavamo di perdere. E in questo il calcio è addirittura peggiorato, nel modo di comunicare. È una maniera molto social di comunicare, da calciatori, allenatori, dirigenti».